Calciatori e scommesse, ci risiamo. La notizia dell’inchiesta della Procura di Milano, con ben 12 giocatori indagati, rappresenta un altro scandalo per il pallone italiano, che poi è lo stesso vecchio dell’estate 2023, ma con nuovi dettagli e nuovi nomi, anche di primo piano della Serie A del passato e del presente. Non solo i protagonisti Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, che hanno già pagato con una lunga squalifica, oppure Alessandro Florenzi e Nicolò Zaniolo, che pure erano già stati coinvolti, senza sanzioni. Ma anche Mattia Perin e Weston McKennie della Juventus, Leandro Paredes (oggi alla Roma) e Angel Di Maria (Benfica) che all’epoca dei fatti pure giocavano in bianconero, il difensore della nazionale Raoul Bellanova, il centrocampista del Torino Samuele Ricci che sarà uno dei pezzi pregiati nel prossimo mercato, Matteo Cancellieri del Parma, Cristian Buonaiuto (Padova) e Junior Firpo (Leeds). E la solita domanda che tutti i tifosi si pongono: cosa rischiano adesso i calciatori indagati sul piano sportivo?

Per trovare una risposta bisogna rifarsi al Codice di giustizia sportiva, che all’articolo 24 prevede il “Divieto di scommesse e obbligo di denuncia”: “Ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico è fatto divieto di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso i soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della FIGC, della FIFA e della UEFA”. È il capo di imputazione che è costato a Tonali e Fagioli una squalifica rispettivamente di 10 e 7 mesi, già scontata l’anno scorso, ma non è detto riguardi tutti gli altri.

Al momento, infatti, Tonali e Fagioli rimangono gli unici due calciatori che hanno sicuramente scommesso sul calcio (del resto lo hanno ammesso loro in prima persona). Circostanza che viene registrata anche dagli inquirenti, che di loro scrivono: “Partecipavano alle scommesse riguardanti eventi sportivi ed al giuoco del poker”. Lo stesso non vale per i colleghi, per cui si dice più genericamente: “Partecipavano ai giuochi non autorizzati”. Non è una differenza da poco, almeno sul piano sportivo. L’illecito, infatti, si configura soltanto in caso di puntata su eventi della propria disciplina. Questa è la discriminante, l’elemento da chiarire.

Nelle carte del Decreto di sequestro preventivo non ci sono elementi che dimostrino che gli altri calciatori giocassero sul calcio, né che sapessero che Tonali e Fagioli lo facevano. Si tratta del resto della stessa versione sostenuta da Zaniolo e Florenzi nel 2023, quando erano già stati coinvolti e ascoltati dalla Procura federale, ammettendo di aver scommesso su piattaforme illegali ma mai sul calcio. Versione che per ora non sembra essere smentita. Dunque a meno che non emergano elementi in direzione opposta, la loro posizione potrebbe rimanere tranquilla. Paradossalmente, invece, le carte offrono nuovi dettagli davvero inquietanti sul comportamento di Tonali e soprattutto Fagioli nei confronti dei propri compagni. Ma loro due sono stati già sanzionati e non si può essere giudicati due volte per lo stesso reato, a meno che la Procura non ritenga di essere venuta a conoscenza di fatti completamente nuovi e all’epoca sconosciuti, che potrebbero ad esempio configurare la violazione del principio di lealtà sportiva, giustificando l’apertura di un nuovo caso. Ipotesi che però pare abbastanza remota e difficile da percorrere.

A questo punto comunque la Procura della Figc chiederà sicuramente gli atti a quella di Milano. Da ciò che emergerà da tutte le carte, e da eventuali approfondimenti, dipenderà se ci saranno nuove inchieste sportive, e addirittura squalifiche. Ad oggi, la risposta è che, per motivi diversi (Tonali e Fagioli perché già processati, gli altri per mancanza di elementi), nessuno sembra rischiare troppo sul piano sportivo. Ma il responso è solo parziale.

Sezione: News / Data: Ven 11 aprile 2025 alle 18:05 / Fonte: ilfattoquotidiano.it
Autore: Redazione
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