Per diventare punti fermi del Benevento e guadagnarsi un posto da protagonisti nello scacchiere di Gaetano Auteri, ci hanno messo poco. Angelo Talia ha aperto la strada, Antonio Prisco e Mario Perlingieri lo hanno seguito a ruota. E forse pochi sanno che c’è un particolare ad accomunare i tre calciatori cresciuti nel settore giovanile della Strega.

A unirli è il punto di partenza. Tutti e tre hanno infatti mosso i primi passi nella scuola calcio ‘Azzurri’ di Torre Annunziata per poi ritrovarsi in giallorosso, ancora ragazzini. “Colgo l’occasione per fare i complimenti a Diego Palermo e Simone Puleo – così ai microfoni de Il Sannio Quotidiano, Stefano Cirillo, direttore della scuola calcio ‘Azzurri’ – perché hanno fatto una cosa abbastanza rara: li hanno scelti a 14 anni e li hanno portati in convitto, appena finita la terza media. Sono stati eroici perché hanno avuto il coraggio di investire energie, tempo e soldi su dei ragazzini e questo è diventata una rarità. L’Italia non ha più voglia di aspettare, tutti vogliono i ragazzi pronti. Ma al Benevento vanno fatti i complimenti“.

Talia e Prisco hanno vissuto tutto il loro percorso con gli Azzurri prima di iniziare l’avventura con il Benevento: “Angelo già da piccolo era un metronomo e sembrava un ‘vecchietto’ che giocava a calcio, dimostrava un acume tattico che era una rarità per la sua età. Prisco è una copia di Talia, sia per ruolo che per carattere e fisico, sono due ragazzi d’oro. Erano stati scartati da tanti club per via dell’età, ma il Benevento ha scelto di puntare su di loro. Antonio dall’esperienza con la Recanatese è tornato cambiato, è maturato molto”.

C’è un aneddoto che racconta anche i primi passi nel mondo dei grandi di Talia e i primi ostacoli incrociati: “Una sera ero al ‘San Paolo’ per una partita del Napoli – racconta Cirillo – e Talia era in convitto con il Benevento da un paio di mesi. Mi chiamò il padre per avvisarmi che Angelo stava rinunciando, che voleva tornare a casa. Gli dissi “Angelo, ci fermiamo di fronte alla prima difficoltà? Ci buttiamo giù per una partita in panchina?”, cercai di stimolarlo: lui si dimostrò maturo perché scelse di ascoltarmi e di restare, sono racconti che restano impressi”.

Ha mosso i suoi primi passi nella scuola calcio ‘Azzurri’ anche Mario Perlingieri per poi approdare al Benevento da un’altra strada: “Quando si trasferì a Scafati scelse di continuare a giocare a Gragnano per motivi logistici, ma siamo sempre in ottimi rapporti. Mi ricorda tantissimo Bobo Vieri, per quel modo di correre e per il suo stile da prima punta. È bravissimo nella fase di non possesso, e questo è oro per ogni allenatore. E soprattutto, anche lui è più maturo della sua età”.

Un percorso quello iniziato nella scuola calcio di Torre Annunziata che potrebbe vedere i tre giallorossi protagonisti su un altro livello, proseguendo il proprio percorso di crescita: “Sono tutti e tre di categoria superiore e sono sicuro che arriveranno in B, poi da lì se la giocheranno: la Serie C gli sta stretta. La loro carriera ci rende orgogliosi, vuol dire che dagli Azzurri escono piccoli uomini e la carriera li premia: se tutti hanno la caratteristica di essere dei guerrieri maturi già da ragazzi forse questo non è una coincidenza”.

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 14 settembre 2024 alle 16:52 / Fonte: calciobenevento.it
Autore: Redazione
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