Il mondo del calcio dilettantistico italiano ci ha regalato un’altra estate parecchio bollente. Scordatevi i vari bollettini meteo sulle altissime temperature occorse in questi tre mesi, perché a scottare sono stati parecchi club.

Tra questi, il Terracina (Serie D Girone F) ha passato una stagione estiva parecchio rovente. Dalla promozione in Serie D, ai temporali di una possibile mancata iscrizione, all’avvento di una nuova proprietà. Un pre-campionato tutt’altro che noioso.

Il Terracina una volta creata, seppur con notevole ma pronosticabile ritardo, la sua rosa, si è cimentata nell’avventura D, nel raggruppamento G, con due pareggi su due, fermando squadre importanti e candidate alla vittoria finale come Gelbison e Sarnese.

Del contorno dell’ambiente Terracina Calcio, della rosa, del termometro della squadra e di tanto altro ne abbiamo parlato con il numero uno dello staff tecnico dei “Tigrotti”, Antonio Palo, ex allenatore di Legnano, Picerno e Sant’Angelo.

Una rosa che vanta la peculiarità di essere la più giovane del proprio girone. Per molti ciò può essere un’arma a doppio taglio, per altri una possibile sorpresa: “Ho un gruppo che mi segue, attento e con tanta voglia di migliorare insieme. Abbiamo sposato questa avventura e sto cercando di instillare in loro il senso del sacrificio. Partiamo con un bell’handicap: il ritardo. Siamo un cantiere aperto, ma dobbiamo lavorare, correre e affrontare tutto con determinazione.”

Un ritardo importante, un ritardo e un inesperienza che però non spaventano affatto Palo, affermando di avere giocatori intelligenti, notevolmente dotati di rapido apprendimento: “Questo handicap deve essere trasformato in un’opportunità, con tanto entusiasmo. I giovani apprendono velocemente, vogliono subito fare bene. La loro freschezza è un vantaggio, anche se l’inesperienza può essere uno svantaggio. Se mancano i risultati, può essere difficile, ma dobbiamo divertirci, perché facciamo il lavoro più bello del mondo. Dobbiamo sfruttare la loro freschezza e correre più degli altri.”

I presupposti di inizio stagione non erano i migliori, ciò però non ha spaventato Palo e i suoi ragazzi nell’accettare la sfida Terracina. L’obiettivo? Salvarsi: “Sono stato positivo in queste due gare. Il mio termometro sono loro, i ragazzi. Ero consapevole che avremmo potuto fare buone prestazioni, ma mi hanno sbalordito per quanto hanno appreso velocemente. Non era facile in così poco tempo, ma contro Gelbison e Sarnese abbiamo tenuto bene il campo e fermato squadre che lotteranno fino alla fine.”

Prossima sfida che vedrà i padroni di casa, lontano dal “Mario Colavolpe”. I “Tigrotti” infatti subiranno un “addio” forzato dall’impianto casalingo. I tifosi però hanno accolto il cambio piacevolmente. Non pesano i km? No, se si va a giocare al “Bartolani”, teatro della promozione in Serie D del Maggio scorso: “Ora ci aspetta una delle gare più difficili, contro una squadra alla nostra portata, ma dobbiamo affrontarla come se fosse la gara salvezza.“

Una piazza gettata nello scetticismo, dubbi chiaramente affiorati nella testa del tifo organizzato. Dei dubbi che sono quasi stati spazzati via, già dalle prime giornate: “C’era tanto scetticismo iniziale verso la nuova società, e siamo in Serie D grazie ai 25 ragazzi dell’anno scorso, non scordiamocelo. La squadra è completamente nuova, e dopo 10 anni in D vedono una rosa giovane e magari titubano. Tuttavia, in queste gare ho visto un calore incredibile. Inizio a vedere unione, e questo mi piace.” 

Unione che Palo vede sempre più nei suoi ragazzi, un gruppo crescente, un’ambiente familiare: “Non li faccio mollare, voglio uno spogliatoio unito, dove ci si fida l’uno dell’altro. Aiutiamoci e rialziamoci insieme, siamo una famiglia. Voglio una squadra fatta di umiltà, ambizione e obiettivi. Con i denti e con il gioco raggiungeremo tutto. Cuore e fuoco ci aiuteranno. Vogliamo rompere le scatole a tutti e fare paura, siamo tigri non a caso: dobbiamo fare paura.”

L’obiettivo del Terracina è quindi tracciato: mantenere la categoria. L’intervista si chiude con un bel messaggio di Palo, uno spirito instillato nei suoi giovani, una filosofia carica di valori e ambizione: “Mi sono affezionato a ogni squadra che ho allenato, ma Terracina è una sfida superiore a qualsiasi altra annata. Come capitano, devo portare la nave oltre la tempesta.”

“Se ci salviamo, sarà la mia Coppa del Mondo. Uniti e umili, perché possiamo farcela.” Terracina ha il suo condottiero, e una missione da raggiungere, salvare la categoria, restare in Serie D.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 19 settembre 2024 alle 19:40 / Fonte: seried24.com
Autore: Redazione
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