Vittorio Galigani, ex consulente del presidente del Taranto Massimo Giove, per la prima volta rivela dettagli sulla gestione economica e gli errori che hanno condotto all’esclusione dal campionato. L’ex dg vuota il sacco attraverso Cosmopolismedia avendo vissuto per sette anni al fianco dello stesso Giove nella conduzione del club. “Ha sempre fatto il passo più lungo della gamba, con una programmazione poco accorta e una gestione finanziaria che non ha mai tenuto conto delle reali possibilità economiche della società”, ha dichiarato.
”Quando vincemmo il campionato di Serie D, il 13 giugno 2021, il club era in grave difficoltà finanziaria. In quel periodo eravamo in arretrato di quattro mesi con i pagamenti ai calciatori, che furono saldati in affanno, con alcuni pagamenti effettuati solo a febbraio 2022. Per tenere buono Guaita, fui costretto a portargli il denaro a Potenza”, afferma Galigani, che sottolinea come questo fosse solo il primo segnale di una situazione economica già compromessa.
Galigani racconta che subito dopo la promozione, il Taranto affrontò un’altra difficoltà: l’iscrizione al campionato di Serie C. “Il club non aveva liquidità sufficiente per coprire i 420 mila euro necessari tra tassa di iscrizione e fidejussione. Fu solo grazie all’intervento di Lucia Morselli che la società si salvò”, rivela l’ex consulente. Nonostante ciò, il club continuava a trovarsi in affanno, con richieste di prestiti e anticipazioni dalle sponsorizzazioni. “Ogni bimestre era una rincorsa al denaro”, dice Galigani, che racconta di come la stagione 2022/23 sia stata salvata solo grazie all’esclusione del Catania dal campionato.
“Per poter iscrivere la squadra al campionato successivo (2023/24) furono salti mortali per adempiere agli obblighi imposti dalla Covisoc. Si evitò il pericolo dell’esclusione sul filo di lana, rateizzando il pesante debito pubblico esistente. Rispettare nei termini le successive scadenze del ‘salva calcio’ rappresentava sempre un’impresa. In tutte le sedi la faccia era sempre quella del sottoscritto”, aggiunge Galigani.
Una delle decisioni più critiche della gestione Giove è stata l’affidamento della guida tecnica a Capuano, con un contratto triennale che, secondo Galigani, è stato un errore enorme. “Quella del contratto faraonico con Capuano è stata una scelta che la società non poteva assolutamente permettersi. Giove, pur essendo stato informato dei problemi economici, decise di andare avanti. Ne uscì una gestione finanziaria (3,6 milioni di euro) che le casse societarie mai avrebbero potuto sopportare, non essendo nelle corde della proprietà”.
”Il giorno della firma di Cianci sembrava si fosse già vinto il campionato. Quel contratto non sarebbe mai stato possibile onorarlo, Giove diligentemente informato decise di andare oltre. A dicembre fu costretto a risolverlo. Anche in quell’occasione il club fu iscritto sul filo di lana. Era saltata la rottamazione ter e si andava in affanno a ogni scadenza. Sempre in ritardo anche nel pagamento del contributo affitto ai tesserati, trascurando di pagare chi non aveva il contratto depositato in Lega. Però Giove scendeva negli spogliatoi e prometteva improbabili premi di partita“.
”Quella del pagamento anticipato delle sponsorizzazioni era diventata una consuetudine. Giove impose di nascondere il mancato pagamento dei contributi (settembre e ottobre 2024), che portarono alla prima penalizzazione, perché intimorito dalla eventuale reazione dell’allenatore e dello spogliatoio”.
Oltre alla gestione tecnica, Galigani critica fortemente la mancanza di chiarezza nella gestione economica. “La gestione del Taranto è stata segnata da un continuo rinvio dei pagamenti. Non venivano saldati i contributi e i procuratori non venivano pagati. La società è stata costretta a cambiare continuamente agenzie per gli steward, che non venivano pagati e si rifiutavano di collaborare”, racconta Galigani. Inoltre, non venivano rispettate le clausole concordate per il pagamento delle cifre dovute.
Galigani va oltre e smonta la narrazione di Giove, che ha accusato “traditori” di aver contribuito alla crisi del Taranto. “Non sono i Giochi del Mediterraneo, il Ministro dello Sport o il sindaco a far saltare il Taranto. La colpa è tutta di Giove e della sua cattiva gestione, che ha sempre fatto il passo più lungo della gamba”, afferma Galigani, criticando anche la gestione dei trasferimenti e la nomina di Ciccioli e Campbell, che, secondo lui, sono stati imposti da un amico romano di Giove, senza una reale competenza.
Infine, Galigani mette in luce come, nonostante le difficoltà, Giove non abbia mai affrontato direttamente la realtà dei problemi del club. “Giove ha sempre evitato di assumersi la responsabilità delle sue azioni. Ora sta cercando giustificazioni che non reggono, ma i risultati parlano chiaro: il Taranto è in questa situazione a causa delle sue scelte sbagliate”, conclude Galigani, chiedendo un cambio radicale nella gestione del club.
Secondo l’ex consulente, il Taranto ha bisogno di una nuova leadership, capace di affrontare la realtà dei problemi finanziari e sportivi del club e di porre fine alla gestione fallimentare degli ultimi anni. “Giove ha attirato accanto a sé una serie di soggetti poco chiari e la città merita un cambio di rotta”, afferma Galigani, rivelando che l’attuale situazione di difficoltà non può più essere ignorata.
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