Allenatore vincente non si cambia o, almeno, dovrebbe essere così, ma ad Altamura il feeling tra la società murgiana e il tecnico Domenico Giacomarro si è interrotto e uno degli allenatori più vincenti e amati della categoria ora è libero e su piazza. Non mancano le pretendenti al bravo mister siciliano trapiantato ormai da anni a Potenza, come la Fidelis Andria che vorrebbe rilanciarsi immediatamente per un ritorno in Serie C o come lo stesso Potenza che un contatto con Giacomarro lo ha avuto. Al corner di Tuttopotenza abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro "chiacchiere" con uno degli allenatori del momento che si è prestato alle "pressioni" di Mary Zirpoli e Arturo Scarpaleggia.

Dall’Emilia a Trapani passando da Pagani, Vittoria, Grosseto tutti ti hanno nel cuore e il farsi voler bene è la cosa più bella. “Si, sicuramente, quando stai bene con la tua coscienza, quando fai del bene anche agli altri, è normale che ti ricarica, arriva adrenalina addosso, e sono contento di questo. Dove sono passato con le dovute maniere sono stato sempre apprezzato, per il lavoro, la voglia, la determinazione, la passione soprattutto che ho messo sempre nel campo da calcio”.

Proprio perché sei apprezzato anche sul campo dopo il campionato vinto ad Altamura tantissime squadre di serie D e non solo hanno preso informazioni su di te. “Si è normale, questo è un mondo che quando vinci è normale che hai qualche richiesta in più, mi ricordo quando ho fatto tre campionati di seguito quello di Potenza, Vittoria e Pagani con tre vittorie consecutive, avevi richieste di squadre da tutte le parti. Oggi gli allenatori ne sono tanti, di problematiche nelle società ce ne sono tante, è difficile lavorare, è difficile trovare squadre, è difficile vincere perciò mi sento uno di quelli fortunati, anche per il lavoro che faccio”.

Quanto conta il dialogo nel chiuso dello spogliatoio nel calcio: “Il discorso dell’allenatore è che se è da solo non è facile, quando hai venticinque giocatori tra i quali c’è qualcuno che ha vinto come ho vinto io, è normale che devi entrare nella loro testa e il difficile dell’allenatore è quello, poi loro la pensano sempre diversamente, quando qualcuno non gioca la cosa più facile è quella di criticare sempre l’allenatore, perciò devi essere bravo anche a fare un mix e cercare di farli stare bene e dargli le tue idee e loro che sono gli attori principali di metterle in pratica”.

L’emozione più grande di quest’anno: “Quando abbiamo festeggiato e sono venuti i miei figli, i miei nipoti, è stata un’emozione grandissima”.

Conosci bene la piazza di Potenza cosa puoi dire a chi viene a giocare o ad allenare, specialmente sulle pressioni se esistono o meno: ”Il giudizio è che quando si siedono i giocatori pretendono sempre, ma Potenza purtroppo è una piazza difficilissima dove si mangia pane e calcio perciò chi viene deve, come dicono i tifosi, sudare la maglia ma non basta, devono avere anima, avere voglia, determinazione non solo lo stipendio che prendono ma devono avere qualcosa in più degli altri. Potenza è una città che ti dà tanto soprattutto nel calcio sono tutti veramente “malati” dei colori rossoblu perciò chi deve arrivare sia da allenatore che da calciatore deve dare l’anima per questa maglia e questa città”.

Risposta secca con un si o con un no: c’era stato un ammiccamento la scorsa settima con il Potenza? “Si”.

Le interviste possono essere rivissute sulla pagina Facebook di Tuttopotenza, media partner dell'evento, e, a breve, anche sul canale YouTube.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 03 giugno 2024 alle 15:30
Autore: Redazione / Twitter: @tuttopotenza
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