Si separano le strade del tecnico Chiappara ed il CynthiAlbalonga  con l'allenatore che giungerà a Potenza a fungere da "secondo" di mister Fabio Gallo

La redazione di NotiziarioCalcio.com ha contattato lo stesso allenatore che in questa stagione, da subentrante (arrivò il primo febbraio scorso), ha trascinato i laziali al terzo posto in classifica nel girone "F" di Serie D.

Mister, ci conferma la separazione dalla CynthiAlbalonga?
«Si. Confermo che le nostre strade si dividono. Non rimango perché i programmi sono diversi, le ambizioni sono diverse. Di conseguenza di comune accordo abbiamo deciso di non proseguire insieme».

Una decisione consensuale ma dettata soprattutto dalle sue ambizioni ci pare di capire...
«Normale che si vuole sempre provare ad alzare l'asticella ed obiettivamente in questo momento la società non mi può offrire quello che è nei miei pensieri e quindi con grande stima reciproca ci separiamo. Penso sia normale. Io devo ringraziare la CynthiAlbalonga perché mi ha trattato benissimo».

In ogni caso si è chiusa una stagione che ha visto la squadra dal suo approdo protagonista fino alla fine.
«Sono subentrato a febbraio ed erano tre anni che che non allenavo in serie D. Nelle ultime tre stagioni precedenti avevo infatti rivestito il ruolo di secondo con Fabio Gallo in Serie B con lo Spezia ed in C con la Ternana. Quando sono arrivato io ho trovato una squadra che aveva fatto 21 punti in quindici partite ed era in difficoltà. I ragazzi sono stati bravi perchè quando cambia la guida tecnica è difficile sia per loro che per l'allenatore. Invece, abbiamo trovato rapidamente un'alchimia importante che ci ha portato a totalizzare 35 punti in venti partite lasciando anche qualche rammarico perchè in tante prestazioni abbiamo raccolto meno in termini di punti rispetto a quello che i ragazzi hanno dimostrato in campo. L'obiettivo minimo era entrare dentro ai play-off perchè eravamo molto lontani dalle battistrada ed abbiamo raggiunto un terzo posto che è il giusto risultato per quello che hanno dato i ragazzi in campo. E non era affatto scontato raggiungere il podio perchè quando subentri non sai mai quello che trovi, non hai modo di fare tu la squadra... Mi sono divertito, ho trovato un gruppo disponibile e poi conoscevo l'ambiente. Diciamo che sono stato bene».

Sotto la sua gestione c'è una media punti di 1.75. Niente male. Non c'è rammarico per non aver cominciato la stagione dall'inizio?
«Il rammarico io non posso averlo. Per quanto mi riguarda, infatti, dall'inizio non avevo preso in considerazione di cominciare dalla Serie D. Ero sotto contratto con la Ternana ancora ed attendevo l'eventuale decisione di Fabio Gallo che poteva aveva delle richieste sempre dalla C. Quando poi fai due anni a Terni ed uno a Spezia pensi sempre possa capitare qualcosa di importante. Mi avevano cercato molte squadre del Lazio in Serie D e mi ero preso molto tempo. Infatti poi alla fine ho scelto a febbraio di accettare la proposta di un club del massimo campionato dilettantistico nazionale. Magari il rammarico lo potrebbe avere la società. Per assurdo quando sono arrivato io non c'erano molti over, ne abbiamo persi tre e ne è arrivato uno fortissimo come D'Agostino che dopo un periodo di ambientamento ha dimostrato tutte le sue qualità. Ed anche per questo non era facile fare quanto abbiamo fatto».

Il suo futuro adesso? Ritorno tra i professionisti o una sfida importante in D?
«Questo è il dilemma. A me piacerebbe giocare per vincere. Sono dieci anni che faccio questo mestiere, sette di Serie D e tre tra i professionisti. Mi piacerebbe farlo per crearmi una strada tutta mia ed ho messo le basi professionalmente per le competenze e quello che poi il campo ha detto nelle mie esperienze. Mi piacerebbe confrontarmi in un campionato diverso con ambizioni diverse. Però veramente, non come succede tante volte in Serie D che si dice che si vuol vincere ma magari poi c'è un budget che devi fare un miracolo per centrare i play-off. Naturalmente se ciò non dovesse capitare, normale che prendo in considerazione l'idea di tornare nei professionisti in un'altra veste, come secondo. Vediamo, io non ho fretta e comunque non mi posso permettere di sbagliare. Non ho interesse del resto dall'avere per forza una panchina e questo mi permette di stare sereno e poter scegliere il progetto più importante».

Quindi un progetto di un campionato di vertice?
«Progetto francamente non significa soltanto approdare in un club che vuole vincere la Serie D. Progetto può significare anche approdare in un club che ha l'ambizione nel tempo di essere protagonista ed essere coinvolto in questo processo. Quindi vedremo quello che poi accadrà. Vediamo se capita qualcosa nell'immediato di interessante altrimenti rimanderemo più avanti questo obiettivo».

In Serie D è sempre difficile parlare di progetto...
«Vero. Infatti certe società non le comprendo. Se si vuole puntare sui giovani ad esempio, io prima di tutto organizzerei il settore giovanile in modo da affidare i ragazzi a degli allenatori di valore, inutile prendere un ottimo allenatore per la prima squadra quando poi non hai chi ti valorizza il tuo prodotto nel settore giovanile che è il tuo business core. Allora investi sui tecnici e sulle strutture. Altrimenti vivacchi ogni anno accontentandoti, sperando anche che il campo ti dia buoni risultati perché poi non sempre i risultati del campo ti danno ragione anche quando c'è un ottimo lavoro alle spalle, figurarsi quando dietro invece questo non c'è... Questo non è un percorso di crescita e si finisce per buttare via soldi. Invece se ti strutturi in un certo modo, costruisci qualcosa di importante e poi un giorno può capitarti l'annata in cui puoi vincere ed in quel caso arrivi preparato all'evento».

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 29 giugno 2021 alle 20:57 / Fonte: notiziariocalcio.com
Autore: Redazione 1 TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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