L’Italia e tutti gli appassionati di calcio si sono svegliati un po’ più tristi e un po’ più soli per la scomparsa di Bruno Pizzul, una delle voci più riconoscibili, iconiche e storiche del pallone e, più in generale, dello sport nostrano. Il leggendario telecronista e giornalista sportivo friulano è morto all’ospedale di Gorizia dove era ricoverato. Avrebbe compiuto 87 anni fra tre giorni, sabato 8 marzo. A poche settimane dalla morte di Rino Tommasi, l'Italia perde un altro gigante assoluto di giornalismo sportivo, maestro di competenza e stile.

Nato nel 1938 a Udine, dopo una carriera da centromediano che lo vide vestire le maglie di Catania, Ischia, Udinese e Cremonese vede troncarsi la carriera da calciatore a 31 anni. Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, nel 1970 vince un concorso per radiocronisti in Rai e inizia la sua avventura commentando la prima partita (Juventus-Bologna) a partire dal 16’ a causa di un ritardo. Telecronista della Nazionale dal 1986 al 2002, ha commentato 5 Mondiali di calcio (Spagna ’82, Messico ’86, Italia ’90, USA ’94, Francia ’98, Corea del Sud 2002) e quattro Campionati Europei, congedandosi dall’azzurro nell’agosto del 2002 (Italia-Slovenia 0-1). La sua ultima telecronaca in assoluto però risale a dieci anni dopo, la sfida di Europa League fra Hajduk Spalato e l’Inter. Nel 1973 fu la voce del successo del Milan in Coppa delle Coppe mentre i suoi ultimi successi da telecronista con squadre italiane in campo sono stati gli exploit di Lazio e Parma in Coppa delle Coppe e Coppa UEFA. Fu anche il commentatore della drammatica finale di Coppa Campioni della Juve quando ci fu la strage dell’Heysel, il 29 maggio 1985. Quando il calcio italiano dominava la scena e faceva incetta di trofei in campo europeo ad accompagnare e narrare le gesta in campo ai milioni di tifosi davanti alla tv era proprio la sua voce inconfondibile e peculiare, che negli anni è stata anche tra le più imitate da tanti comici e ammiratori.

In un’epoca in cui il racconto sportivo è cambiato notevolmente e in tv si privilegia la telecronaca urlata fatta di iperboli, superlativi, statistiche e numeri: Pizzul ha sempre prediletto un altro stile di racconto che ancora oggi qualche nostalgico rimpiange. Linguaggio semplice, coinvolgente, asciutto e mai frenetico ma capace di emozionare e scaldarsi quando l’azione s’accendeva e la rete si gonfiava. I suoi ‘Rooooberto Baggio’ esclamati durante il mitico mondiale di USA ’94 o il suo peculiare ‘ed è goool ...’ urlato con quel timbro di voce inconfondibile lo consegnano alla leggenda assoluta insieme al suo spessore e alla sua umanità che ne facevano un fido compagno di viaggio per ogni appassionato di calcio e di sport.

Sezione: News / Data: Mer 05 marzo 2025 alle 13:23 / Fonte: eurosport.it
Autore: Redazione
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