"Il più lento di oggi sarà il più veloce di domani, e il presente adesso sarà il passato poi”, recita così l’iconica ‘The Times They Are A-changin’ di Bob Dylan. Imparare ad affrontare il momento, per adeguarsi prima di tutti ai cambiamenti che verranno. Questa è un po’ la storia di Pablo Vitali, e della sua stagione caratterizzata da cadute e rinascita. Dal Picerno al Pontedera, un viaggio quasi necessario che ha saputo portare nuova linfa la suo talento.

Svoltare insieme, prima di porsi altri obiettivi. I nuovi orizzonti di Pablo hanno però anche le sfumature di una gavetta dura ma enormemente utile. Dal Montespaccato, in Eccellenza, fino al professionismo. Sudore, sacrificio, e una sana dose di talento. Che non guasta mai.
E poi la passione per il calcio, tipica caratteristica italiana, unita al ritmo e al calore ‘latino’. Già, perché mamma Natalia è originaria di Salamanca mentre papà Carlo è di Roma. Un cuore perfettamente diviso a metà, simbolo di due culture a cui Pablo è fortemente legato. Nato e cresciuto in Italia, ma con i primi ricordi legati alla ‘Roja‘: “ Nel 2010 ho festeggiato il Mondiale della Spagna”, aveva dichiarato qualche anno fa. E d’altronde, si sa, la mamma è pur sempre la mamma.
Ora una nuova vita, in Toscana,  con una maglia che ha già permesso a tanti talenti di mettersi in mostra prima di spiccare il volo. Rinascere senza più voltarsi indietro.

Due bandiere, la Spagna e l’Italia, e le prime esultanze davanti alle magie di Xavi e Iniesta. L’idolo, però, ci riporta nella Capitale e ha un solo nome: “Nella mia camera Totti è ovunque” concetto che per Pablo non ammette mezzi termini. Ma non senza regalare uno sguardo, o un pensiero, a un altro grande protagonista di quegli anni indimenticabili: “Studio Henry, spero di riuscire a rubargli qualcosa”. Passioni che si fondono, mentre nelle vene scorre il sangue di due culture così diverse e così simili.
Arrivare all’obiettivo non temendo le cadute o le naturali ripartenze, farlo anche dal fango o su campi di terra battuta. Un sogno, quello di Vitali, che nasce in Eccellenza e lo porta poi a realizzare un primo grande traguardo: la promozione dalla Serie D alla Serie C con il Campobasso. Un passo alla volta, appunto, ma sempre con la stessa voglia di rimettersi in gioco. Spaziare tra modelli e categorie diverse, magari facendosi orientare dalle note di Bob Dylan: “Rientra tra i cantanti che ascolto e questo lo devo a mio papà, mi ha anche portato a due suoi concerti”.  Tanti punti di riferimento, in campo e fuori, diversi e unici tra loro.

Riflettere, rimboccarsi le maniche e ripartire. Il presente ci riporta al mese di gennaio e alla scelta di lasciare Picerno per il Pontedera. Il risultato, soffermandoci sui freddi numeri, è già evidente: quattro gol e un assist in otto presenze. Statistiche che certificano l’impatto incredibile che ha avuto con l’ambiente granata. La palla che torna a bucare la rete, un rumore che è tornato a essere una piacevole abitudine.
L’ambizione, come ogni calciatore, è ovviamente quella di arrivare in Serie A: “Arrivare lì sarebbe un sogno, ma gli obiettivi si creano man mano”. E come dare torto a un ragazzo che ha sempre saputo attendere il momento giusto. Scegliersi e ritrovarsi, ancora una volta, perché in fondo come in Mr Tambourine Man: “I’m ready to go anywhere, sono pronto per andare ovunque”.

Sezione: Qui Picerno / Data: Mar 04 marzo 2025 alle 17:41 / Fonte: lacasadic.com
Autore: Redazione
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