Non bastavano i tormenti del campo, per i tifosi del Bari si è aggiunto anche il carico delle dichiarazioni del patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis, a cui hanno risposto il sindaco Antonio Decaro, l’assessore allo Sport Pietro Petruzzelli e migliaia di tifosi inviperiti per le parole. Poi a distanza di ore la presa di posizione del presidente biancorosso, Luigi De Laurentiis, e infine le ultime parole di DeLa che, per ora, chiudono il caso. “Il Bari – scrive sull’ex twitter – è guidato da mio figlio Luigi De Laurentiis in totale autonomia ed è stato a un passo dalla serie A solo sette mesi fa. L’obiettivo della proprietà è quello di portarlo più in alto possibile. Se le mie parole hanno offeso i tifosi mi dispiace”. 
“Molti ci hanno accusato di non investire nei giovani, di non aver fatto il vivaio del Napoli ma questo non è vero. Avere una seconda squadra come il Bari e portarla dal fallimento sino alla soglia della serie A e tirar fuori i vari Cheddira e Folorunsho, giocatori che sono di proprietà del Napoli, fa capire che siamo sul pezzo”. La voce è quella di Aurelio De Laurentiis, le polemiche sono quelle generate nel capoluogo pugliese.

Il numero uno della Filmauro ha fatto il punto in una conferenza stampa fiume nella mattinata di mercoledì 7 febbraio sulla situazione del Napoli, club protagonista di una stagione con alti e bassi, e si è soffermato anche sul club biancorosso, altro club di proprietà della famiglia De Laurentiis. Dichiarazioni non sono passate inosservate tra i tifosi del Bari e che arrivano 24 ore dopo l'arrivo in panchina di Beppe Iachini, terzo allenatore di stagione in una squadra oggi quindicesima in classifica in serie B. Scelta che aveva riscontrato il gradimento della piazza.
Sui Social la tifoseria, che già dagli spalti ha avviato nello scorso settembre una contestazione nei confronti della società diventata sempre più intensa, ha fatto sentire il suo pensiero con cori e striscioni. "Ora che l'ambiente è rasserenato, ci voleva questa polemica” scrive qualcuno. “Dichiarazioni inopportune” e “complimenti per il tempismo” è il tenore di buona parte dei commenti affidati al web. 
Parole che potrebbero avere l'effetto di alimentare la spaccatura tra buona parte della piazza di Bari e la proprietà con la deadline del 2028 - anno in cui la Figc ha fissato lo stop alle multiproprietà nel calcio professionistico - all'orizzonte. Negli altri passaggi della sua conferenza stampa Aurelio De Laurentiis si è poi rivolto all'ambiente napoletano. “In 19 anni non vi abbiamo mai tradito - ha aggiunto - quest'anno chiudo il bilancio con più di 80 milioni di euro e una riserva di 147 milioni che non mi metto certo in tasca, perché personalmente non mi servono. Sto immaginando quello che devo fare perché nel 2030 questa squadra, questa città e questa società siano in grado di avere i mezzi per competere con le più forti d'Europa”.

Le parole del patron del Napoli hanno fatto infuriare anche il sindaco Antonio Decaro: “La nostra passione merita rispetto. Tra i doveri di chi detiene il titolo sportivo non c’è solo quello di mantenere in ordine i conti. C’è quello, forse più importante, di rappresentare i colori di una intera città, di portare rispetto a chi ogni settimana paga il biglietto, sostiene lunghi viaggi per le trasferte o anche semplicemente soffre e gioisce davanti alla tv. Per questo trovo le parole di Aurelio De Laurentiis offensive nei confronti dell’intera comunità di tifosi baresi. Con tutto il dovuto rispetto per il Napoli, non siamo la seconda squadra di nessuno. Abbiamo una storia e una dignità che non possono essere vilipese in questo modo. Da primo cittadino e da tifoso, chiedo ad Aurelio De Laurentiis di scusarsi al più presto con tutti i baresi per questa uscita a dir poco infelice, che ferisce la nostra passione e la nostra identità”. 
Sulla stessa scia l’assessore allo Sport Pietro Petruzzelli: “Le dichiarazioni sono inopportune, di cattivo gusto e mancano di rispetto all'intera tifoseria barese. Ho dovuto ascoltare e riascoltare quanto ha dichiarato per metabolizzare i concetti espressi dal presidente del Napoli perché ero incredulo, non riuscivo a credere alle mie orecchie. Lo ripeto: non si possono accettare comportamenti del genere né i toni utilizzati, tanto più se rivolti alla settima tifoseria d'Italia. Ciò che mi auguro ora è che De Laurentiis ammetta l'errore e chieda scusa all'intera città e ai suoi tifosi”.

Ma in serata è arrivato il post di Luigi De Laurentiis: “È inutile che ci giri intorno: devo dissociarmi dalle dichiarazioni rilasciate da mio padre, presidente dell’altra squadra della FilmAuro. Così come non sempre un figlio la pensa come il proprio padre, può accadere che due soci non condividano la stessa visione aziendale”. Il patron biancorosso spiega che le due società sono completamente autonome nella gestione e che “la mia squadra è il Bari e fino a quando sarò qui ne difenderò gli interessi, l’onore e i colori, con onestà intellettuale e morale e con impegno di fronte a chiunque”.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 08 febbraio 2024 alle 10:38 / Fonte: larepubblica.it
Autore: Redazione / Twitter: @tuttopotenza
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