Il percorso di un allenatore, si sa che sia legato ai risultati che sono spesso altalenanti, tra trionfi ed insuccessi. Non si può dire per Nicola Ragno, bancario molfettese re delle panchine di Puglia, per il quale il piatto della bilancia pende principalmente per i primi, se si escludono proprio gli 3 ultimi anni di flop, seguiti al top della carriera.
Il 22 ottobre 2020 è come se avesse festeggiato le nozze d'argento con la sua panchina, cioè 25 anni dopo quella data del 1995 a Giovinazzo in cui il sottoscritto e l'allora compianto presidente del Corato, militante in promozione, consegnavamo lo scettro della squadra al giovane 28enne. E' il testimone di un altro Nicola, Taiano, allenatore pluridecorato degli anni 80/90, un passaggio di consegne tra un vincente che si avviava al tramonto ed un sole nascente.
È vero che fu una scelta dettata dal ridimensionamento dei programmi, ma avemmo l'intuizione di vedere in lui un ragazzo con le idee chiare, carismatico, trovatosì al posto giusto nel momento giusto, quasi per caso.
Come tutti i ragazzi il suo sogno era stato quello di diventare un grande calciatore, coltivato attraverso le giovanili del Barletta, all'epoca in serie B, mentre perdeva il suo più importante riferimento, papà Corrado ex calciatore del Molfetta.
Nicola era un calciatore che tutti avrebbero voluto in squadra, generoso, lottatore, un esterno dall'ampia falcata, ma anche con la propensione al gol (9 a Galatina da militare) e soprattutto il compagnone che ha presto in tasca il tesserino di tecnico all'epoca 3^ categoria (fino ai dilettanti).
Quello di allenatore è un treno che non può lasciarsi sfuggire, occasione ghiotta da non perdere. Inizia quasi per gioco, con l'appetito che vien mangiando:
"Contavo di far bene, ma col senno di poi non pensavo ad una folgorante carriera. Questo mondo mi appariva sempre più affascinante, miglioravo e diventavo sempre più puntiglioso" ci confessa Nicola.
Il giovane trainer inizia la sua escalation togliendosi la sua prima soddisfazione a Ruvo, dove da 2° conduce i nerazzurri in Eccellenza (1997/98).
La sua corsa è inarrestabile e solo 2 anni dopo ottiene il trionfo più sorprendente, con l'Ostuni.
"Eravamo partiti per salvarci con la squadra zeppa di Under. Ci siamo ritrovati in serie D, battendo grandi corazzate".
Come ci conferma il mister "le vittorie sono tutte belle, la più sofferta l'ho ottenuta con il Bisceglie, attraverso la vittoria della Coppa Italia regionale al San Nicola di Bari e poi al Flaminio contro il Pisa, quella nazionale che ci permise l'approdo in serie D" (2011/12).
E mentre l'apoteosi è nel 2004/05, con il record mondiale dei 102 punti col Monopoli, vs. i 98 del Brindisi, in uno scontro diretto davanti a 12.000 spettatori, la più incredibile
vittoria è quella con il Bitonto (2002/03) quando il suo destino tra l'altro, si incrocia con la figura importante del suo braccio destro Pasquale De Candia.
"A Bitonto fu un annata straordinaria in cui fu arrestato il Presidente ed io lasciato solo. Non volli assolutamente mollare e per mesi mi portavo a casa 6/7 calciatori forestieri, che senza stipendio non potevano permettersi neanche un piatto di pasta".
Le quotazioni di mister Ragno a Wall street football sono sempre più in rialzo. La chiave del successo è nel continuo aggiornamento, impegno quotidiano, girando l'Italia in lungo e in largo. Tra tanti trionfi si insinua un avversario balordo, il più difficile da vincere.
Un male terribile che colpisce sua figlia Simona, "per 2 anni interminabili a cavallo del 2006/2008, in cui non riesci a capire cosa fare per salvare un pezzo della tua esistenza" ci dice.
Un campionato che Nicola e la sua famiglia non riescono a vincere seppellendo con lei, ricordi, speranze, ambizioni,affetti. Nella vita frivola, quella della panchina che lo distrae dal dolore, Nicola continua ad arricchire lo stelo di petali d'oro, fino ad arrivare alla Vittoria di 3 coppe e 10 campionati, gli ultimi due dei quali lanciando nell'orbita professionistica prima il Bisceglie e poi Potenza, con il quale approda anche da allenatore prof.
"È qui che mi sono sentito allenatore con la A maiuscola, confermato a furor di popolo, ma senza la fiducia del Presidente, perché non facevo parte di un sistema che vige dalla C in su".
E dopo sole 4 giornate il sogno dell'ormai adulto Nicola, si infrange.
A Potenza è stato il primo di 3 esoneri di fila seguito a Taranto e Bitonto.
"In terra jonica è stata la maggior delusione. Non mi hanno consentito di lavorare, circondato da tante presenze contrarie. Sono andato con tanto entusiasmo, ma volevo scappare via dopo 2 giorni e non per la gente di Taranto, che tuttora mi scrive e testimonia che a livello umano qualcosa abbia lasciato".
Dopo il 3° esonero di fila a Bitonto, mr Ragno riparte da Francavilla in Sinni, contea di Ferguson Lazic.
"Pur riconoscendo qualche errore, non sono alla ricerca di un riscatto. Sappiamo solo in famiglia cosa abbiamo passato in questi 3 anni ma è il Nicola Ragno con lo stesso entusiasmo di sempre".
Il molfettese ha ancora voglia di lasciare la sua traccia al calcio nostrano, di trasmettere valori, impegnandosi nel lavoro che come dice dice, alla distanza paga. Si congeda con un messaggio ai propri calciatori:
"La vita è bella e va vissuta intensamente e con amore".
E' questo Nicola Ragno il ragazzo che da quel 22/10/95 da buon molfettese si è imbarcato tra le onde mosse di trainer del calcio meridionale che conta, portando con sé trionfi poche sconfitte, di cui una incancellabile che affonda nel suo cuore e dell'intera famiglia.
Autore: Redazione 1 TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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