La favola del Picerno continua nel nome e nel segno del patron Donato Curcio, lo “zio d’America” che con i suoi dollari ha lanciato la locale formazione di calcio nel firmamento della serie C. 

Curcio guida la società dagli States

Uomo d’affari e benefattore dello sport picernese, da Buffalo nello stato di New York dove risiede, guida e comanda la società rossoblu, capace di costruire anche in questa stagione una squadra competitiva che, dopo la vittoria di lunedì sera contro il Messina, è al primo posto del girone C in coabitazione con il Benevento. 
Una sorta di re Mida che, senza batter ciglio una quindicina di anni, fa volle investire parte dei suoi introiti nel calcio, per dare alla sua Picerno, paesino di 5.600 abitanti distante una ventina di chilometri da Potenza, una dimensione prestigiosa e la ribalta professionistica. 

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La carriera di Curcio, partito dalla Lucania con un diploma tecnico

Donato Curcio, 82 anni, nel lontano 1951 dopo aver conseguito il diploma all’istituto tecnico di Potenza, decise di lasciare la sua terra per cercare fortuna altrove. «Ero un giovane molto determinato, ma a Picerno non intravedevo alcun futuro», racconta spesso. Così, con la sua valigia carica di speranze e di aspettative, cominciò a girare l’Europa per sbarcare il lunario. 
Andò prima in Inghilterra, poi in Francia dove lavorò in officina e, infine, in Svizzera che gli offrì la possibilità di imparare un muovo mestiere. Da lì, convinto di poter intraprendere la carriere di imprenditore avveduto e tenace, partì verso la Grande Mela. 
A Buffalo mise su un’azienda per la progettazione e la produzione di macchine per la decorazione di prodotti in plastica. Lavorando sodo, riuscì a centrare l’obiettivo coronando quel sogno lungamente accarezzato. 
La sua fu un’ascesa repentina, fino a sbarcare nell’economia americana di rango, diventando il tycoon della multinazionale, creata con tanti sacrifici, che oggi annovera 50 sedi in tutto il mondo. 

L'amore per la sua terra d'origine

«La Lucania produce ingegni che conservano un profondo sentimento di famiglia», soleva dire il giornalista vicentino Guido Piovene. É stato così anche per Donato Curcio che non ha mai dimenticato la sua Picerno, la sua gente, i suoi amici. Un cordone ombelicale indissolubile che ha trovato nell'arte pedatoria la linfa vitale per creare una realtà unica nel suo genere.

Il primo passo fu la totale ristrutturazione del vecchio campo sportivo una quindicina di anni fa. Dagli Usa, l'inossidabile presidente donò quasi un milione di euro per rifare il terreno di gioco in erba sintetica, le tribune, gli spogliatoi. Da allora lo stadio, che è stato ulteriormente ammodernato nel 2021 per adeguarlo ai parametri della C, porta il suo nome, “Donato Curcio”.

La scalata del Picerno

Per il Picerno, abituato a fare l’ascensore tra Eccellenza e Promozione, la vera e magica avventura è cominciata dalla serie D, con il campionato vinto per la prima volta nella stagione 2018-19 che ha significato lo storico approdo felice nel calcio che conta. L’intrepido e ineffabile signor Curcio, dall’altro capo del mondo ha finanziato e costruito insieme ad alcuni soci del posto e a sponsor lungimiranti il “fenomeno Picerno”. 
Nel 2019-20 la formazione rossoblu ottenne la salvezza in C vincendo i playout, ma venne poi retrocessa all’ultimo posto per gli esiti nefasti della combine con il Bitonto del precedente campionato; una brutta pagina che lasciò tanta amarezza nel cuore di Donato Curcio che dall’America decise di sollevare dall’incarico quasi tutta la vecchia dirigenza per ricostruire e rilanciare l’immagine dell’AZ Picerno. 
La riammissione in serie C nel luglio 2021 ha riportato in auge la “Leonessa” tornata a ruggire, anche in virtù dei playoff disputati nelle ultime tre stagioni. Quando può, il presidente torna a Picerno per seguire da vicino le gesta della sua squadra che continua a strabiliare. 
La “stella” è il 33enne capitano fantasista Emmanuele Esposito, cresciuto nelle giovanili del Napoli insieme a Lorenzo Insigne. 
Proprio l’ex attaccante partenopeo tempo fa disse di lui: «Emmanuele era fortissimo sin dalle giovanili del Napoli dove abbiamo giocato insieme. Un calciatore dotato di grandi qualità, con una tecnica sopraffina. Riusciva a spostare la palla in un battibaleno. Forse, avrebbe meritato palcoscenici più importanti, anche se a Picerno probabilmente ha trovato la sua dimensione». 
Un esempio di attaccamento alla maglia e di dedizione: da ben 12 stagioni Esposito, partito dall’Eccellenza, difende i colori rossoblu, cosa ormai assai rara nel calcio di oggi. 

Il rapporto di Curcio con la squadra e i risultati

Il presidentissimo Donato Curcio si coccola il suo capitano, ma ha una devozione assoluta per tutti i calciatori che indossano la gloriosa casacca rossoblù, come il centrocampista Pitarresi (settima stagione col Picerno), il tarantino Maiorino e gli ultimi arrivati Nicoletti, Energe e Bernadotto oltre ai promettenti giovani Karim Cardoni, Mirko Colaci, il senegalese Papa Mamadou Seck e Simone Cecere. Operazioni di mercato sempre oculate di cui si occupa il dg Vincenzo Greco che ha allestito un team di primo piano da mettere a disposizione del tecnico Francesco Tomei che è stato anche vice allenatore di Eusebio Di Francesco.
La gente di Picerno esulta, si diverte e pregusta l’ennesima impresa sotto l’egida del patron Donato Curcio che vorrebbe poter realizzare un altro sogno: la conquista della serie B.

Sezione: Qui Picerno / Data: Ven 04 ottobre 2024 alle 16:17 / Fonte: Corriere Della Sera
Autore: Redazione
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