Il running può superare ogni barriera: anagrafica, fisica e mentale. Non ci credete? Provate a chiederlo al potentino Domenico Romaniello, ipovedente prossimo ai 76 anni, da almeno mezzo secolo sulle strade di Basilicata e oltre, tanto da diventare icona amatoriale di questo sport. Migliaia i chilometri percorsi verso nuove mete, sempre di corsa e senza mollare, anzi, motivando gli altri. Cresciuto nell’attuale contrada Aria Silvana e poi a Marrucaro, da piccolo ha lavorato come allevatore agli ordini di un padroncino. Nell’aprile del 1967, ad appena 17 anni, arriva l’opportunità di entrare in fabbrica alla Magneti Marelli ma una tragica fatalità gli scombina i piani.

Il giorno prima di essere assunto, un incidente in motorino, accaduto nel quartiere di Betlemme, gli causa una atrofia del nervo ottico. A salvargli la vita è una operazione d’urgenza effettuata a Napoli. “Rassicurai mia madre – dichiara - con la promessa di tornare presto in forma. Nessuno ci credeva. Il medico che mi prese in cura iniziò a chiamarmi affettuosamente “Mimì”. Ricordo che scherzavo e tra i reparti ero già attivo, l’occhio destro era quello messo meglio e aiutavo le infermiere a spingere la frutta sui carrelli”. Dopo 72 giorni il rientro a Potenza dove viene accertata la disabilità all’80% come cieco parziale ventesimista. “Capii – prosegue - che non potevo abbattermi. Mi iscrissi all’Unione Ciechi ed Ipovedenti per imparare il braille e proseguire gli studi. Di notte, continuavo a pensare come cambiare il futuro”. Formatosi come centralinista telefonico, il 7 marzo 1973, inizia a lavorare presso l’INAIL.

“Accadde – sorride – l’ultimo giorno di carnevale, ma non fu uno scherzo. Non potendo guidare, iniziai grandi camminate veloci da casa verso il posto di lavoro.” Dopo anni, il collega Franco lo invita ad iscriversi nell’ASD Podistica Amatori Potenza. Qui scatta l’amore per le gare. “Nel 2003 – racconta - la prima maratona nelle Marche, nonostante il maltempo, conclusa in 4 ore e 42 minuti, ottimo per un ipovedente. Superai tutti quelli che dicevano che non ce l’avrei fatta. Poi le maratone a New York, Berlino, Madrid e Barcellona. Feci anche 6 gare in un mese. In Basilicata la prima ultra maratona a Banzi. Mi allenai anche durante il Covid e nel 2021 corsi alla 48 ore a Policoro.” Segreto? Mangio regolarmente, mi riposo. Serve forza di volontà.” Andato in pensione, resta un sogno nel cassetto di Mimì “partecipare alle gare paralimpiche sotto l’egida del CIP. Aiutatemi a realizzarlo”.

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 13 marzo 2024 alle 16:46 / Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno
Autore: Redazione / Twitter: @tuttopotenza
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