Giacomo Modica, nel dopo Messina-Potenza, si presenta in sala stampa e le sue prime parole tendono a celebrare il valore della salvezza ottenuta matematicamente dopo il pareggio con i lucani: “Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo con sacrificio, merito, abnegazione, costruendo qualcosa di importante attraverso il gioco del calcio. La ciliegina è stata l'empatia con la città, sempre vicina a noi anche in trasferta. Abbiamo dato e ricevuto qualcosa, chiuso con una settimana di anticipo, anche se avevamo 39 punti otto giornate fa e la salvezza non è stata mai in discussione. Stavamo sognando per un altro obiettivo, ma abbiamo perso tanti punti strada facendo senza avere nessuna decisione a favore e questa squadra avrebbe potuto divertire nei playoff. Evidentemente doveva andare così, abbiamo fatto il nostro, ma è un capolavoro lo stesso perché ci sono state tante vicissitudini. Partendo dal girovagare per i campi di allenamento, ma questi ragazzi hanno amato questa maglia. Il capolavoro è questo, anche se manca la cornice del quadro”.

Il tecnico biancoscudato torna sulla gara contro il Potenza: “Primo tempo contratto, abbiamo sofferto su palla inattiva, ma sbagliando l'approccio a livello emotivo. Poi la squadra ha fatto il suo dovere pienamente, entrando nella gara stessa. In queste ultime cinque partite ci sono state squadre con impennate improvvise, doveroso essere attenti e vigili a tutto quello che poteva succedere. Firenze ha fatto una buona gara, andava spronato a essere più pronto e dinamico per essere d'aiuto alla squadra. Ma, in questo campionato, abbiamo trovato altri giocatori importanti. Marco rimane un ottimo giocatore con il quale a volte non ci siamo presi per quello che era il nostro intendimento di calcio, ma senza mai problemi.”

Infine, Modica non si tira indietro riguardo ad un ipotetico futuro sulla panchina giallorossa: “Il tifoso non aveva mai visto 45 punti in tre anni di serie C. Il tifo da tastiera non conta, non li ritengo tifosi. La contestazione dalla tribuna? Una persona frustrata della vita. Futuro? Se ne ha voglia la società ne parleremo, Messina è la mia seconda città sono diventato giocatore qui e devo a questo posto la mia vita calcistica perché questi colori sono la vita. Se vogliono fare calcio mi chiameranno, altrimenti andranno a scegliere un altro allenatore. Ho dimostrato che posso fare l'allenatore quando ci sono le condizioni per farlo. Vero che Messina ha la tradizione, ma qualcosa calcisticamente non funziona da anni e quindi devono mettersi d'accordo loro e poi io ci sono, se lo ritengono opportuno. In ogni caso, ringrazio il presidente per avermi concesso il privilegio di allenare a Messina, lo staff che ha lavorato con me, questi ragazzi che sono andati in campo e tutti coloro i quali ci sono stati più vicini durante i momenti complicati e quelli più belli. Un discorso a parte  e un abbraccio enorme lo meritano questi splendidi tifosi, i 250-300 sempre presenti in tutte le trasferte e quelli che stasera ci hanno applaudito e ringraziato per quanto fatto.”

Sezione: Le avversarie / Data: Lun 22 aprile 2024 alle 11:31 / Fonte: messinanelpallone.it
Autore: Redazione / Twitter: @tuttopotenza
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