L'acqua esce dai rubinetti solo poche ore al giorno, e quando arriva non è sempre limpida. In Basilicata, regione tradizionalmente ricca di risorse idriche, circa 140.000 persone stanno affrontando una crisi senza precedenti, con razionamenti che in alcuni casi superano le 30 ore consecutive di interruzione del servizio.
L'emergenza coinvolge tutti i 29 comuni che dipendono dal sistema idrico Basento-Camastra per il loro approvvigionamento d'acqua, incluso il capoluogo Potenza. Questo sistema, che serve 140mila persone, si basa su due fonti: l'invaso artificiale della diga del Camastra e il fiume Basento. La siccità ha prosciugato la diga, costringendo le autorità a una soluzione d'emergenza: prelevare più acqua dal fiume, potabilizzarla e usarla sia per rifornire l'invaso che per l'uso diretto dei cittadini. La situazione è talmente grave che la Procura di Potenza ha aperto un'inchiesta per verificare la corretta gestione dell'emergenza, disponendo controlli e analisi sull'acqua immessa nella rete idrica. I carabinieri del Nas e del Nucleo investigativo stanno acquisendo documenti e campioni presso Acquedotto lucano, Arpa Basilicata, Autorità di Bacino e Acque del Sud.

La controversa soluzione del fiume Basento
Per far fronte all'emergenza, il presidente della Regione e commissario straordinario Vito Bardi ha adottato una soluzione che sta scatenando forti proteste: convogliare nella diga del Camastra, ormai prosciugata, l'acqua del fiume Basento dopo un processo di potabilizzazione. Una scelta che il governatore difende come inevitabile: "Se non avessi autorizzato il prelievo un mese e mezzo fa, oggi saremmo completamente senza acqua", sottolineando come altre città italiane, tra cui Roma e Firenze, già utilizzano acque fluviali in situazioni di necessità.
La decisione ha però allarmato molti cittadini di Potenza, tanto che è nato un comitato di genitori che si oppone all'utilizzo di quest'acqua nelle mense scolastiche. La protesta è sfociata in manifestazioni di piazza, con centinaia di persone che hanno bloccato il traffico davanti alla sede del Consiglio regionale, esponendo striscioni contro la scelta di utilizzare l'acqua del Basento.
La Regione ha cercato di rassicurare la popolazione pubblicando sul proprio sito dieci risposte alle domande più frequenti. "Acquedotto lucano prevede tre controlli al giorno, tutti i giorni, compresa la domenica", si legge nel documento riportato dal Corriere della Sera. Quanto al colore non sempre cristallino dell'acqua, la Regione lo attribuisce alle "tubazioni rimaste vuote per un po'", spiegando che nelle condotte si forma sempre un biofilm che, staccandosi, può dare all'acqua una colorazione marrone-rossastra.
Il sindaco di Potenza Vincenzo Telesca e i consiglieri di maggioranza hanno scritto una lettera aperta a Bardi denunciando "l'evidente trascuratezza nella manutenzione delle infrastrutture e le gravi responsabilità di una gestione inefficiente". Hanno inoltre chiesto un monitoraggio continuo sulla qualità delle acque immesse e una mappatura della rete idrica cittadina.

Il paradosso infrastrutturale
Il caso della Basilicata rappresenta un paradosso emblematico della gestione idrica italiana. Secondo i dati Istat relativi al 2022, la regione detiene il record negativo nazionale per perdite idriche, con il 65,5% dell'acqua dispersa. A Potenza la situazione è ancora più critica, con perdite che raggiungono il 71%. Un problema strutturale che si è aggravato con una stagione di scarse precipitazioni.
La crisi ha spinto la Regione a chiedere al Ministero dell'Agricoltura (Masaf) il riconoscimento dello stato di calamità naturale "per la siccità persistente che ha colpito la Basilicata tra gennaio e agosto 2024", come ha comunicato l'assessore regionale all'Agricoltura Carmine Cicala. Lo stato di calamità è un riconoscimento formale che permette di accedere a fondi speciali di emergenza. Se fosse approvato, gli agricoltori lucani potrebbero chiedere rimborsi dal fondo di solidarietà nazionale per i danni subiti dalle loro coltivazioni a causa della siccità. La richiesta si affianca alla possibilità di attivare il Fondo mutualistico nazionale AgriCat, previsto dal Piano Strategico Nazionale della Pac 2023-2027, che copre i danni causati da eventi meteorologici estremi alle produzioni agricole.
Per affrontare l'emergenza, sono stati pianificati investimenti per 230 milioni di euro nel settore idrico. Gli interventi principali riguardano il miglioramento delle infrastrutture della diga del Camastra, lo sfangamento del bacino, la realizzazione di un nuovo scarico di superficie e l'adeguamento degli impianti delle principali dighe lucane, come quelle del Sinni e del Pertusillo. Sono previsti anche lavori di potenziamento alla diga di Senise, la più grande in terra battuta d'Europa, per ripristinarne la piena capacità di invaso.
Nel frattempo, l'opposizione ha accusato il governo regionale di inefficienza. Una richiesta di commissione d'inchiesta presentata da Angelo Chiorazzo (Basilicata casa comune) per analizzare le cause del problema è stata bocciata dalla maggioranza. A livello nazionale, il deputato del Partito democratico Enzo Amendola ha chiesto l'intervento della Protezione civile, definendo la gestione dell'emergenza "fallimentare" e denunciando disservizi senza precedenti.

Sezione: La Voce della Basilicata / Data: Mar 03 dicembre 2024 alle 16:17 / Fonte: Wired Italia
Autore: Redazione
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