Fra filmati degli impianti di videosorveglianza e immagini riprese da semplici cittadini, i frame da visionare sono decine. La complessa attività di “setaccio” è iniziata già nella serata di ieri (domenica 9 marzo), subito dopo la fine degli scontri. I carabinieri della compagnia di Fasano e i poliziotti della Digos di Brindisi sono al lavoro per identificare i responsabili delle risse che si sono verificate all’esterno dello stadio Curlo di Fasano, al termine del derby Fasano-Brindisi, valevole per la 28ª giornata del campionato di Serie D.
Nessun tifoso è andato in ospedale. Già questa è una notizia, se si considera la violenza dei tafferugli. Emblematico un video girato nei pressi dello stadio, in una piazzetta circondata da palazzi, in cui si vede un tifoso brindisino stramazzare a terra, privo di sensi, dopo essere stato colpito da un ultrà rivale. Il malcapitato viene subito soccorso da altri sostenitori brindisini. Questi, allarmati per le condizioni del loro amico, gesticolano verso i fasanesi, chiedendo una sorta di tregua. Il supporter dopo un po’ si riprende e rifiuta il trasporto in ospedale.
Una scena simile si è verificata nel cortile di un condominio situato lungo la stessa strada in cui si trova il settore ospiti. Immagini riprese dall’alto mostrano un tifoso accerchiato e picchiato. Altri filmati documentano il lancio di oggetti di ogni tipo, ultrà che si prendono a cinghiate, aste usate come oggetti contundenti e l’esplosione di bombe carta. Il tutto davanti agli occhi di cittadini attoniti e impauriti.
Gli scontri erano stati preceduti da altri disordini avvenuti all’interno dello stadio. Il secondo tempo era iniziato da pochi minuti e il Fasano era in vantaggio per 2-0, quando dal settore ospiti è partito il lancio di fumogeni, aste e bottiglie verso il campo. Una di queste ha colpito un giocatore del Fasano. Un fumogeno ha anche provocato un principio di incendio. L’arbitro ha sospeso l’incontro, facendo rientrare le squadre negli spogliatoi. Il gioco è ripreso dopo circa 10 minuti. La sospensione è diventata definitiva, non appena è ripreso il lancio di oggetti. A quel punto alcuni ultrà brindisini sarebbero riusciti a forzare il cordone di sicurezza predisposto all’esterno dell’impianto sportivo, entrando in contatto con i fasanesi.
Per le vie limitrofe si sono registrate scene da guerriglia urbana. Conseguenze peggiori sono state evitate grazie alla reazione delle forze dell’ordine, che hanno separato le due fazioni, ripristinando l’ordine. Le indagini sono partite immediatamente. Polizia e carabinieri stanno cercando di dare un volto e un nome ai facinorosi. Decine di persone rischiano Daspo e denuncia. Il Brindisi Fc, con una nota diramata ieri sera, ha condannato l’accaduto.
Una dichiarazione di condanna arriva anche dal sindacato dei carabinieri “Unarma”. “I cittadini fasanesi in queste ore sui social – si legge in una nota dei dirigenti sindacali di Unarma Puglia - chiedono che sia tutelato il diritto a ricevere un adeguato ordine pubblico, che evidentemente ha avuto delle forti lacune in chi è chiamato a gestirlo, soprattutto in queste partite difficili e di cui si è da sempre a conoscenza della pericolosità”.
“Le autorità provinciali di pubblica sicurezza (prefetto/questore) – proseguono i dirigenti sindacali - diano il sacrosanto diritto alle famiglie di poter assistere serenamente con i propri figli ad una partita di calcio domenicale organizzando un ordine pubblico adeguato e che tenga conto anche della sicurezza degli uomini e donne in divisa. Quanto agli organi di giustizia sportiva, si prenda in considerazione le giuste sanzioni e penalizzazioni nei confronti di quella società cui tifosi hanno dato sfoggio ad una violenza non più tollerabile”.
All'indomani, si registra anche l'intervento pubblico del sindaco di Fasano, Francesco Zaccaria, che ha dichiarato: "Gli ultras del Brindisi, nonostante l'accoglienza e il clima di grande serenità creato dai tifosi fasanesi, hanno prima interrotto la partita attraverso il lancio di oggetti in campo e, successivamente, generato scontri estesi anche ai giardini privati delle abitazioni circostanti il Vito Curlo. Da uomo di sport ho sempre pensato che seguire la propria squadra del cuore sia, per un tifoso, la cosa più bella, ma in modo altrettanto netto credo sia giunto il momento di consentire le trasferte solo se si è in grado di garantire la massima sicurezza". Insomma, oltre ad augurarsi "che i responsabili vengano individuati e che paghino per quanto accaduto", il primo cittadino chiede lo stop alle trasferte a rischio.
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