La nuova vita di Beppe Scienza ex allenatore del Monopoli ed indimenticato centrocampista della Reggiana di Pippo Marchioro. Da allenatore di squadre professionistiche a proprietario e gestore del settore giovanile del Suno, una scuola calcio in provincia di Novara. “Tre anni fa – spiega lo stesso l'ex granata Beppe Scienza – assieme alla mia famiglia abbiamo rilevato questa importante società di settore giovanile che si occupa solo dell'attività di base. La Suno è una delle più importanti tanto che siamo gemellati con la Juventus. Io sono il responsabile tecnico e assieme a mia moglie Romina facciamo tutto: dal magazziniere, al giardiniere per i campi. Abbiamo sei spogliatoi, tre campi di varie dimensioni e ora abbiamo chiesto un finanziamento per un progetto che riguarda l'attività motoria per i disabili. Ci stiamo adoperando per un campo in sintetico e per allargare la nostra attività”.

Si può dire che è una scuola calcio d'elite?
“Assolutamente. Gestiamo ragazzi dal 2009 fino al 2019 e sono in tutto oltre 150 ragazzi. Concluso il percorso dell'attività di base molti di questi nostri allievi approdano alla Pro Vercelli e i più bravi anche alla Juventus anche se siamo lontani da Torino e il club bianconero è molto selettivo. A livello di campionati regionali siamo nelle primissime posizioni di classifica e nei vari tornei estivi riusciamo sempre a essere competitivi”.

Si usa dire che la gestione più difficile riguarda i genitori, è così?
“Abbiamo delle regole molto rigide: alla Suno è assolutamente vietato criticare in qualsiasi modo l'operato dell'arbitro. Sono abolite le proteste e le lamentele. Devo però rimarcare che c'è un ambiente sereno”.

E' più impegnativo gestire una rosa di venti giocatori o un gruppo di ragazzini?
“Mi trovo bene in questo nuovo ruolo, anche se è impegnativo e ci sono responsabilità perché devo controllare tutto e tutti. Diciamo che oggi vivo quasi tutta la giornata sul campo”.

Cos'ha portato della sua esperienza prima di giocatore e poi di allenatore professionista?
“Tutto ciò che è stata la mia esperienza di vita, ciò che di bello ho incontrato e anche ciò che bisogna evitare. Abbiamo scelto i migliori allenatori a livello giovanile e cerco di migliorare la loro conoscenza e professionalità. C'è un confronto quotidiano, pur senza mai essere invasivi”.

Perché questa scelta di vita?
“Dopo aver fatto benissimo al Monopoli mi aspettavo una chiamata importante e invece ho ricevuto solo delle proposte che non mi stimolavano. Sono rimasto fermo un paio di mesi e tutte le richieste, soprattutto al Sud, non mi piacevano, quindi ho deciso di stare con la famiglia. Il Covid mi aveva “ucciso” perchè costretto a stare mesi e mesi senza tornare a casa. E' stato traumatico”.

I figli sono coinvolti nel progetto?
“Mio figlio Gabriele lavora con me, mentre Michele che ha 19 anni, dalla Juventus è passato all'Empoli. Devo dire che aveva ricevuto anche un'offerta dalla Reggiana. Mi aveva chiamato Pietro Lodi ma poi è arrivata l'Empoli e ha fatto quella scelta. Paolo, invece, ha 27 anni ed è un bomber nei campionato di Eccellenza e ha stabilito anche dei record in fatto di gol segnati in una stagione”.

Dario Morello ha fatto la sua stessa scelta.
“Ho visto il progetto della Morello Football School ed è affascinante. Dario è un pragmatico e un passionale. Sono certo che trasmetterà ai suoi allenatori e ai ragazzi tutta la sua passione per il calcio”.

Sezione: Mondo Calcio / Data: Sab 01 marzo 2025 alle 21:07 / Fonte: La Gazzetta Granata
Autore: Redazione
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