Il presidente del Taranto Massimo Giove che ieri è stato duramente contestato da una piazza calcistica e da una città intera è tornato a parlare al sito cronachetarantine.it ed ecco le sue parole.

Massimo Giove, oltre un migliaio di tifosi è sceso nelle vie cittadine per protestare contro la sua gestione e chiedere un suo totale abbandono: che effetto le ha fatto?
 
“Mi è dispiaciuto anche se la protesta non era rivolta solo contro di me, ma ha coinvolto il sindaco, il commissario Ferrarese, chiamando in causa tutte le componenti che circondano questa situazione. Io posso ribadire la mia presa di posizione: con il Taranto ho chiuso, non voglio saperne più nulla, per questo ho affidato a Fabrizio Lucchesi il compito di traghettatore fino a quando non si presenterà qualche investitore credibile. I tifosi devono preoccuparsi di avere lo Iacovone, attraverso la piena disponibilità dello stadio passa la vita del club”. 
 

Ma Giove tifoso sarebbe sceso in piazza a manifestare?
 
“No, perché continuo a rimanere tra i presidenti più vincenti della storia. Molti hanno dimenticato da dove ho preso questa società e poi sottolineo che anche quando ho vinto sono stato contestato. Del resto negli ultimi venti anni non c'è un presidente che a Taranto non sia stato oggetto di contestazioni e molti di questi sono stati anche cacciati”.
 
In merito alle diverse, vere o presunte, manifestazioni di interesse degli ultimi giorni, ci sono in atto reali trattative per l'acquisizione della società?
 
“C'è una piccola trattativa al momento a cui sinceramente non do più del 10% di fattibilità. Gli interessi possono esserci, ma si deve verificare la solvibilità del gruppo. A Taranto ci sono tante persone intelligenti, sono certo che prima o poi si riuscirà a trovare una soluzione...”
 
Quindi sembra di capire che non è plausibile una sua permanenza in un futuro comparto societario con una quota di minoranza...
 
“Io ho completamente chiuso questa esperienza e il motivo è molto semplice: non si può fare calcio senza lo stadio. Sono stato tradito dalle istituzioni, conservo traccia di quanto affermò il ministro Abodi, della possibilità che i lavori di ristrutturazione si sarebbero eseguiti a settori. Io volevo difendere i colori rossoblù, se un ministro fa queste rassicurazioni sul futuro... Potrei tornare sul discorso dell'iscrizione, sul modello Tulps rilasciato dal Comune sul quale c'è l'indicazione che avremmo giocato a Taranto come l'anno scorso a capienza piena. Poi arriva questa nota che dal 30 settembre dobbiamo trovarci un'altra sede. Io ho stima di Ferrarese, ma anche lui sa che lo stadio di Massafra non può essere utilizzato in deroga. La realtà è che dal 1 ottobre non ci sono campi disponibili in Puglia. I Giochi devono portare beneficio sul territorio, invece ci sono anche tanti club minori che non si sono iscritti come Talsano o Statte. Ho assistito solo a rimbalzi di responsabilità che hanno creato confusione. E poi da imprenditore mi preme sottolineare come dai previsti 20 milioni, ci sia stata un'evoluzione nel discorso di spesa per ristrutturare lo stadio fino a cifre che ritengo assurde, sperando sempre che i tempi siano rispettati. E nessuno nei quattro anni precedenti si è preoccupato di trovare una sede alternativa. Non è per polemica è solo una constatazione dei fatti. Nessun presidente in Lega Pro può reggere due anni fuori casa”.
 
 
Però il Sorrento lo fa...
 
“E' vero, ma con una squadra di ragazzi, senza pretendere un campionato di vertice. E poi noi non possiamo competere con gli sponsor del Sorrento di altissimo livello. A Taranto al contrario non c'è nulla. La gestione vive di incassi, abbonamenti e sponsor: se vengono meno queste voci è finita. Io vorrei tanto che si presentasse qualcuno che abbia voglia di gettare dalla finestra 250mila euro al mese...”
 
Il sindaco Melucci nei giorni scorsi le ha chiesto di consegnare il titolo sportivo. Qual è la sua risposta?
 
“Il sindaco deve fare il sindaco. Io non voglio alzare i toni ma se siamo arrivati a questo pungo ognuno dovrebbe assumersi le proprie responsabilità. Non voglio fare discorsi dietrologici sullo Iacovone, ma certamente il primo cittadino non può fare queste dichiarazioni. Se ha qualche amico in Comune, che ritiene possa fare del bene al calcio tarantino, hanno il mio numero e mi possono contattare, ma ad oggi non è accaduto”.
 
Si ravvisa una evidente contraddizione nella cronologia dei fatti degli ultimi due mesi: prima avviene l'iscrizione e poi c'è il mancato rispetto della scadenza del 1 agosto...
 
“Non è del tutto vero. Io con enormi sacrifici ho adempiuto all'iscrizione, pagando gli stipendi e contributi di maggio il 1 luglio. Un presidente che non vuole andare avanti non avrebbe iscritto la squadra. Quando abbiamo avvertito la situazione assurda intorno allo Iacovone ci siamo fermati, anche se in questi giorni stiamo saldando anche la mensilità di giugno. Ma questo è un argomento che tende a spostare il vero problema: con Giove o senza Giove, è lo Iacovone il nocciolo della questione. Senza lo stadio il futuro ha un orizzonte certo: una banda di ragazzini che scende in campo con l'obiettivo di salvarsi. Ribadisco il concetto: il campionato di Lega Pro non sta in piedi, ogni imprenditore aspira al massimo al pareggio di gestione. Ciascun presidente tenta di andare in B, Taranto è stata la mia vita e se è vero che c'è gente che mi contesta, ci sono altre persone che negli ultimi anni hanno espresso solidarietà, invitandomi ad andare avanti. Ora però ritengo sia concluso il mio ciclo. Ho preso questa amarissima decisione di lasciare, perché mi sono sentito tradito dalle istituzioni. Anzi aggiungo che loro hanno tradito la città, azzerando i sacrifici di sette anni”
 
Sei gol incassati dal Benevento in Coppa, una squadra inesistente, non è stato uno spettacolo degno: da tifoso, prima ancora che da presidente-proprietario, come si è sentito?
 
“Da tifoso mi ha rattristato, ma siamo andati ad onorare la presenza con i mezzi che abbiamo ora a disposizione. Sono convinto che Lucchesi in tempi brevi sceglierà l'allenatore e formerà una squadra di giovani che possa reggersi sul concetto dell'autogestione, con l'obiettivo di lottare e ottenere la salvezza. Lucchesi ha un profilo altissimo, gli sono grato per aver accettato questa sfida anche per i rapporti che ci legano. Capuano? Purtroppo devo sottolineare che ha abbandonato la nave. Lui e i suoi collaboratori hanno inviato un identico certificato medico e credo ne arriveranno degli altri. Ma di questi aspetti se ne occupa Lucchesi che sa come andare avanti e so che ha tentato in tutti i modi di riallacciare i rapporti con il tecnico. Io però non mi curo più di queste faccende, sono fuori e non voglio saperne più nulla. Sono vicende tristi come tante ormai parti integranti di una città che sembra non volersi sottrarre da questa cappa nera, piombatale addosso ormai da diverso tempo”.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 13 agosto 2024 alle 20:10 / Fonte: cronachetarantine.it
Autore: Redazione
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