La notizia è questa: con una lettera datata 23 dicembre 2024 – la terza in ordine di tempo, dopo la prima di giugno e la seconda di ottobre dell’anno appena trascorso – il presidente di “Acque del Sud Spa”, l’avvocato pugliese Luigi Giuseppe Decollanz, di Fratelli d’Italia, ha annunciato che interromperà «senza ulteriore avviso» la fornitura dell’acqua all’ingrosso tanto ad Acquedotto Lucano Spa, quanto al Consorzio di Bonifica della Basilicata.

A meno che i due enti non si affrettino a consegnare entro il prossimo 30 gennaio una fidejussione da escutere «a prima richiesta», rispettivamente di 50 mila e 130 mila euro, assoggettandosi alle norme capestro di una nuova «convenzione» messa a punto da Acque del Sud da oltre sei mesi a questa parte.

Non bastavano, come si vede, la siccità e i guasti provocati da una rete idrica colabrodo, lungo la quale si perde più del 65 per cento dell’acqua proveniente dalle cinque dighe della Basilicata, con punte del 70% nel capoluogo di regione. In questo caso anche, e soprattutto, per colpa degli allacci abusivi realizzati nelle campagne dell’hinterland potentino all’indomani del terremoto del 1980.

NON BASTAVANO I DISAGI CHE DA MESI HANNO RESO LA VITA IMPOSSIBILE AI 140 MILA ABITANTI DEI 29 COMUNI LUCANI SERVITI DALLO SCHEMA IDRICO BASENTO-CAMASTRA, COSTRETTI A SUBIRE LE CONSEGUENZE DI UNA COLPEVOLE QUANTO INEFFICIENTE GESTIONE DECENNALE DEI GRANDI INVASI.

Ieri affidati all’Ente irrigazione di Puglia e Lucania. Oggi nelle mani di Acque del Sud Spa. Il cui Consiglio di amministrazione, guarda caso, è presieduto da quello stesso Decollanz che negli ultimi due anni ha rivestito l’incarico di commissario straordinario di Eipli.

Evidentemente, a quanto pare, tutto questo non bastava. Ai lucani – non più padroni in casa propria, ed anzi costretti a subire le angherie di una società per azioni interamente controllata dal Ministero dell’Economia, con il 30% del capitale sociale che sta per essere assegnato ai privati – doveva essere inflitta l’ennesima “beffa”. Quella di essere trattati da straccioni mal pagatori.

PER CUI: CARI UTENTI DI BASILICATA, VOLETE L’ACQUA?

Allora dimostratemi che sarete sempre in grado di pagare le forniture con una bella fidejussione bancaria, da escutere «a prima richiesta». Senza perdere tempo. E soprattutto senza alcuna possibilità di poter eccepire alcunché.

Del resto, quella della fidejussione «a prima richiesta», è una formula di solito riservata solo ai peggiori “clienti”. Persone o società di cui non avere un briciolo di fiducia. E in questo caso, manco a dirlo, gli straccioni di turno sono proprio Acquedotto Lucano e Consorzio di Bonifica della Basilicata. Due enti che per la loro natura pubblica incarnano la «lucanità» bistrattata. Umiliata. Trattata a pezza da piedi.

Chi lo avrebbe detto? Da padroni siamo diventati garzoni! Per di più della peggiore specie.

E QUESTO GRAZIE ALLA GIUNTA REGIONALE ACQUIESCENTE DI CENTRODESTRA, GUIDATA DAL GENERALE VITO BARDI.

Un esecutivo totalmente sottomesso al governo centrale, come s’è visto quando, con un colpo di mano della premier Meloni e dei ministri Giorgetti e Lollobrigida, la Regione Basilicata – che sulla base di una legge del 2011 avrebbe dovuto avere nelle proprie mani il controllo del rubinetto dell’acqua lucana – è stata letteralmente derubata. Senza che nessuno nel centrodestra lucano – ripetiamo – abbia osato opporsi. A partire dai tre parlamentari di Fratelli d’Italia: Gianni Rosa, Aldo Mattia e Salvatore Caiata. Per non parlare della ministra Elisabetta Casellati. Eletta in Basilicata tra le fila di Forza Italia. Ma di fatto portavoce degli interessi di quel Nord, e del Veneto in particolare, che le ha dato i natali.

Facciamo rilevare che per quanto l’avv. Decollanz sollecitasse da giugno 2024 il rilascio della fidejussione e la sottoscrizione della nuova convenzione da parte di Acquedotto Lucano e del Consorzio di Bonifica della Basilicata, la notizia è rimasta rigorosamente “riservata”. E tale sarebbe restata se la “Nuova” non ne fosse venuta a conoscenza per vie traverse.

TRA L’ALTRO, A NOI RISULTA CHE DELLA COSA FOSSE AL CORRENTE GIÀ DA TEMPO IL PRESIDENTE BARDI IN PERSONA.

Ovviamente, nessuno ha detto (o fatto) nulla. Anzi, tutti buoni e zitti. Pronti se mai a sottomettersi all’ennesimo diktat governativo. E a subire senza proferire parola le peggiori umiliazioni. Verrebbe da dire: basta! Non se ne può più.

Fino a quando i lucani continueranno a sopportare, senza reagire, le vessazioni del potere centrale? Possibile che non vi sia un briciolo di dignità in una classe politica, che si fa mettere i piedi in testa dal primo fratellino d’Italia che arriva da Bari? Non scomoderemo i richiami biblici contenuti nell’Ecclesiaste. Ma se è vero che c’è un tempo per ogni cosa, forse è arrivato il momento di reagire. E di rispedire finalmente a quel paese chi pensa di fare il padrone in casa altrui. In questo caso, parliamo del presidente di Acque del Sud Spa: l’avvocato barese Luigi Giuseppe Decollanz.

Sezione: La Voce della Basilicata / Data: Ven 10 gennaio 2025 alle 16:54 / Fonte: Nino Grasso La Nuova Del Sud
Autore: Redazione
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