La rottura del gemellaggio tra le tifoserie di Napoli e Roma resta per certi versi ancora avvolto in una certa mistificazione secondo cui, a sancire la spaccatura, sarebbe stato il gesto dell'ombrello di Salvatore Bagni al cospetto della Curva Sud. Nonostante lo stesso ex calciatore abbia addossato su di sé le responsabilità, in realtà i dissapori prendono spunto da episodi e soprattutto sentimenti precedenti. Ma, per raccontare questa storia, partiamo dall'inizio.
I confronti tra Napoli e Roma erano definiti Derby del Sole, un legame stabilito soprattutto grazie ad una certa ammirazione dei partenopei nei confronti del tifo organizzato giallorosso. Gli ultrà napoletani, infatti, non disdegnavano affatto il prendere ispirazione dagli omologhi romanisti. La stima dei napoletani aumentò ancora di più quando la Roma fu in grado di contendere lo Scudetto alle squadre del Nord, riuscendoci nella stagione 1982/83 dopo lo scippo clamoroso avvenuto, per mano della Juventus, nella stagione 1980/81 con il celebre gol di Turone. C'è di più: gli ultrà partenopei non mancavano di incitare e gridare "Roma Roma" anche quando gli azzurri prendevano le goleade, come il 5 a 2 della stagione scudettata giallorossa e il 5 a 1 dell'annata 1983/84.
Con il passare di poche stagioni però i rapporti di forza cambiarono, grazie in primis all'arrivo di Maradona a Napoli e la costruzione di una squadra che aveva praticamente dichiarato l'intenzione di conquistare il titolo tricolore, avendo tesserato il calciatore più forte del mondo. Diego arrivò nell'estate '84; quella seguente Bruno Giordano dalla Lazio, nella quale giocò ben dieci stagioni diventandone uomo simbolo oltre ad esserne da sempre tifoso.
Proprio il passaggio di Giordano dalla Lazio al Napoli fu il pretesto, per i romanisti, di cominciare anche ufficialmente a far scricchiolare il legame da cui avevano iniziato a distaccarsi a causa della nuova competitività dei partenopei. In Roma-Napoli del 26 ottobre 1986 i tifosi giallorossi intonarono il coro "Bruno Giordano figlio di...", al quale non seguì risposta dei napoletani, eccezion fatta per un solo gruppo organizzato partenopeo che a Bruno Giordano sostituì Bruno Conti. La partita finì con la vittoria di misura del Napoli con gol di Maradona, assist di Giordano.
L'anno seguente, il 25 ottobre 1987, gli azzurri si presentarono a casa dei giallorossi con lo Scudetto cucito sul petto, conquistato insieme alla Coppa Italia. Prima del fischio iniziale i portacolori di entrambe le tifoserie si incontrano, come consuetudine, a centrocampo per poi raggiungere le due curve. Dapprima si diressero sotto la Curva Nord occupata dai tifosi del Napoli, che intonarono il coro "Roma Roma" urlando a più non posso. Poi la sosta sotto la Curva Sud, ma gli ultrà romanisti non solo rifiutarono lo scambio delle bandiere, ma cacciarono il tifoso napoletano che fu sommerso di fischi oltre ad essere oggetto del lancio di oggetti. Nel frattempo i partenopei continuavano a onorare il gemellaggio, non avendo compreso cosa fosse successo finché non fu proprio il malcapitato a raccontare ogni cosa.
La partita fu molto combattuta ed il Napoli andò in svantaggio grazie al gol di Pruzzo, in reazione al quale partirono gli insulti verso gli ex gemellati. Tra le file azzurre furono espulsi Careca e Renica, ma sopraggiunse il pareggio insperato di Francini su assist di Maradona in 9 uomini contro 11. La rete fu festeggiata da Bagni con il gesto dell'ombrello rivolto alla Curva Sud, a mettere la pietra tombale su ogni residua speranza di chiarimento tra le fazioni ultrà. Il comportamento del centrocampista fu certamente inopportuno e inaccettabile, tuttavia il gemellaggio si era già spezzato de facto.
Il resto, come si suol dire, è storia. Decenni di scontri e rivalità hanno raggiunto il culmine con la vigliacca uccisione di Ciro Esposito, la quale ha esasperato ancora di più una rivalità che, in un primo momento, si pensava potesse in realtà placare gli animi. Il tifo organizzato romanista invece ha assurto al rango di eroe la personalità di Daniele De Santis, il vile assassino che sparò ad altezza uomo verso i tifosi del Napoli che stavano difendendo il bus dove erano seduti donne e bambini.
Autore: Redazione / Twitter: @tuttopotenza
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