Il governo regionale guidato dal ri-candidato Vito Bardi sarà pure «il peggiore della storia della Basilicata». Ma poco conta rispetto all’onore ferito di chi già si vedeva papa, al termine di una trionfale campagna elettorale, e deve rassegnarsi a restare cardinale. C’è un risvolto molto umano dietro le tensioni che animano queste ultime ore prima della scadenza, sabato alle 12, del termine per la presentazioni di liste e candidature per il voto del 21 e 22 aprile in Basilicata. Specie nel laborioso cantiere del “campo lucano” a guida Pd-M5s.

Al centro della scena, dopo il passaggio nel centrodestra di Italia viva e Azione, restano il re delle coop bianche Angelo Chiorazzo, e gli ex laici cattolici di Basilicata casa comune. Il «grande investimento politico» compiuto dal Pd, quasi un anno fa, proprio in vista delle prossime elezioni regionali. Un «investimento» sostenuto con convinzione dall’ex ministro Roberto Speranza, ma che alla prova dei fatti non si è rivelato in grado di restituire, attorno alla candidatura a governatore di Chiorazzo, una coalizione in grado di impensierire il centrodestra di Bardi. Di qui il commissariamento, di fatto, del Pd regionale da parte dei vertici nazionali del partito, e la designazione come candidato governatore alternativo prima dell’oculista Domenico Lacerenza, su proposta dello stesso Chiorazzo, e poi del presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese. Dopo il ritorno in pista del re delle coop.

Un esponente del Pd lucano, Marrese, che ieri ha vissuto il suo secondo giorno da candidato “fantasma”. Senza alcun tipo di manifestazione pubblica di sostegno da parte degli esponenti locali del suo partito, per non urtare la suscettibilità dell’imprenditore di Senise, a cui lo stesso Pd aveva tributato per due volte in direzione regionale l’agognata candidatura. Con l’obiettivo – questa la versione ufficiale – di convincerlo a fare per la seconda volta un passo indietro e a sostenere in buon ordine un nome, quello del presidente della Provincia di Matera, capace di mettere d’accordo una coalizione composta da Pd, M5S, Alleanza Verdi Sinistra, Basilicata Possibile, Psi, +Europa e Centro democratico. Un po’ come fece 5 anni orsono l’ex governatore Marcello Pittella, quando accettò la rinuncia alla candidatura a un secondo mandato presidenziale, nonostante il voto della direzione regionale del Pd che lo aveva incoronato, mesi prima.

A riprova di questa linea del silenzio decisa dai dem lucani ieri sono arrivate le parole dell’ex ministro Roberto Speranza, che ha voluto replicare pubblicamente alle accuse per non aver accettato di candidarsi in prima persona, dopo l’impasse nella costruzione di un’alleanza con i 5 stelle venutasi a creare sul nome del “suo” Chiorazzo. Vuoi per i possibili conflitti d’interesse, a causa degli appalti regionali gestiti dalla sua coop, Auxilium. Vuoi per la sua vicinanza, personale e politica, a figure come Giulio Andreotti e Gianni Letta. Spiegando le ragioni del suo no alla candidatura, Speranza non ha ritenuto opportuno nominare nemmeno una volta chi invece ha accettato di assumere questa responsabilità. Zero menzioni del candidato governatore ufficiale del Pd anche da parte del segretario regionale del Pd Basilicata, Giovanni Lettieri, che ieri ha rivolto un appello pubblico a Chiorazzo.

«In queste ore chiediamo ad Angelo Chiorazzo e Basilicata Casa Comune di continuare a lavorare con noi, come abbiamo fatto in questi mesi, nel percorso di costruzione di una alternativa credibile al pessimo governo della destra lucana. Soprattutto alla luce di ciò che sta accadendo nella bulimica coalizione guidata da Bardi». Queste le parole affidate a una nota diffusa in mattinata. «Abbiamo lavorato con serietà e lealtà fianco a fianco con questa importante realtà civica dall’autunno scorso su proposte e iniziative che hanno visto solo convergenze». Ha insistito Lettieri. «Dividersi sarebbe un regalo agli avversari che non meritano visto come hanno governato. Per questo rivolgo ancora una volta l’invito a Basilicata Casa Comune e ad Angelo Chiorazzo di non vanificare questo lavoro». «Auspico – ha concluso il segretario Pd – che possa prevalere il sentimento costruttivo che raccolga la richiesta di unità che viene dal popolo di centrosinistra».

A meno di 60 ore dal termine per la presentazione di liste e candidature, insomma, non è ancora chiaro se l’«investimento politico» compiuto nei mesi scorsi dal Pd lucano darà almeno una parte dei frutti attesi, o si tramuterà in una perdita secca di capitale elettorale. In grado di compromettere definitivamente l’esito della competizione. Perché si materializzasse quest’ultima possibilità ieri è bastato l’annuncio di una prima candidatura all’interno della lista Basilicata casa possibile: quella del primario di gastroenterologia ed endoscopia digestiva del San Carlo, Angelo Sigillito. Una personalità vicina ai Dem, quella di Sigillito, molto amico anche di un altro “chiorazziano dem” come l’ex governatore Tonio Boccia.

Sezione: Notizie dalla Basilicata / Data: Mer 20 marzo 2024 alle 10:14 / Fonte: Il Quotidiano del Sud
Autore: Redazione / Twitter: @tuttopotenza
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