Le favole nel calcio esistono, ne abbiamo raccontate tante. Le vicende a lieto fine insomma. Poi ci sono quelle che non riescono, quelle che il lieto fine non ce l'hanno ancora avuto.  Ecco quella di Stefano D'Agostino è una di quelle storie lì. Stefano è un attaccante. Anzi per la precisione un trequartista, forse una seconda punta. Insomma uno talentuoso. Giovane (23 anni) ma non giovanissimo. Viene dalle giovanili della Samp, quella di Marotta e Paratici. E in quella rosa (c'erano con lui Zaza, Obiang, Kristicic, Rizzo, Masi) lui era considerato il più bravo, senza dubbio. Quello che avrebbe fatto strada. Lo chiamavano il piccolo Cassano (visto che Cassano, quello vero, alla Samp giocava proprio in prima squadra).

Ha iniziato subito la solita trafila dei prestiti. Trieste, Catanzaro, Pontedera e Poggibonsi. Lega Pro, Prima e Seconda Divisione. Non sono state esperienze esaltanti, soprattutto non per quello che Stefano si aspettava. E per quello che gli altri si aspettavano da Stefano. Forse il soprannome di piccolo Cassano era relativo non soltanto alla classe in campo, ma anche a qualche atteggiamento fuori. Ma se sei Cassano certe cose te le puoi permettere, altrimenti si fa fatica. E Stefano fa fatica. Non riesce a sfondare. E mentre i suoi amici di Primavera cominciavano a far carriera, a scalare posizioni (dalla Nazionale alla Premier, passando dalla Juve) lui ogni anno (o ogni mercato) faceva un passo indietro. Come i gamberi.

Fino ad arrivare ai dilettanti. Sì, perché quest'anno D'Agostino ha giocato nel Fondi, vicino Latina. Ma è stato l'anno della sua rinascita. Da trequartista ha fatto 26 gol. Si avete letto bene. 26. Che ora possono essere il suo trampolino verso una carriera iniziata con qualche anno di ritardo. 26 gol che gli sono valse le attenzioni di diverse squadre in serie B. Dalla Ternana, che sta ricostruendo la squadra, al Trapani, che con il direttore sportivo Faggiano ama andare a scovare talenti nascosti. Dal Novara e Teramo, neo promosse in serie B.

Il lieto fine di questa storia tocca a lui. Lui che in B non ha mai giocato e che ora ci potrebbe arrivare dopo essere passato dal fondo, dal Fondi. Come a dire: il talento non basta. Serve pure la testa. E ora, in casa D'Agostino, si torna a parlare di calcio con il sorriso sulle labbra. Senza rabbia, ma con la consapevolezza di aver trovato la strada giusta. Il lieto fine? Dipende solo da lui...

Sezione: TTP consiglia... / Data: Lun 15 giugno 2015 alle 18:57 / Fonte: Gianlucadimarzio.com
Autore: Redazione TuttoPotenza
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